Alessandro Occhiodoro , Consigliere d’Amministrazione di As.F.O. Sanità: “Una legge di stabilità che ci sembra essere orientata alla crescita e all’innovazione… ora l’Europa riconosca la necessaria flessibilità affinché produca i suoi effetti”.
Di seguito la dichiarazione completa di Alessandro Occhiodoro, Consigliere d’Amministrazione di As.F.O. Sanità, sulla legge di stabilità e sul ruolo dell’UE.
La manovra economica 2017, varata dal Governo Renzi, presenta indubbi elementi positivi che vanno salutati con soddisfazione e, soprattutto, valorizzati e difesi nel lungo percorso appena iniziato con il vaglio dell’UE e con la discussione parlamentare che seguirà. Una legge di stabilità che ci sembra essere orientata alla crescita e all’innovazione. Per questo è quanto mai auspicabile che l’Europa riconosca la necessaria flessibilità perché essa vada in porto e produca gli effetti previsti.
In questa manovra, infatti, il tema del miglioramento del sistema sanitario e, dunque, della salute dei cittadini, viene affrontato concretamente tanto che il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha potuto annunciare, con giustificata soddisfazione, che il fondo sanitario nazionale, non solo non viene ridotto, cosa non affatto scontata visti i tempi, ma incrementato di 2 miliardi di euro (arrivando a 113 miliardi) nel 2017 e di un altro miliardo nel 2018. Così, dal 2013 al 2018, il finanziamento del fondo cresce di 7 miliardi, passando dai 107 a 114.
Ma gli aspetti positivi della manovra sono riscontrabili anche nelle misure fiscali che iniziano, seppur lentamente, a rispondere all’esigenza di una politica distensiva in tema di pressione fiscale e di sostegno alle imprese, come richiesto e auspicato da tempo dall’intero sistema produttivo italiano. Si è, infatti, scongiurato l’aumento dell’IVA che avrebbe rappresentato un ulteriore duro colpo per l’economia reale. Il fondo centrale di garanzia per le PMI viene finanziato ancora di 1 miliardo. L’IRES scende dal 27,5 al 24% e viene introdotta l’IRI, la tassa sul reddito degli imprenditori, anch’essa al 24%, una sorta di flat tax per imprese individuali e società di persone che reinvestono gli utili.
Quello che ci attendiamo ora è che, nel corso dell’iter, la manovra non subisca correzioni peggiorative. Poi, come già annunciato dallo stesso Governo per il 2018, sarà necessario un percorso graduale ma certo e generalizzato di riduzione delle aliquote fiscali, unica misura che rimetterebbe in moto l’economia e che renderebbe possibile la tanto auspicata ripresa della crescita.